XVIII edizione 2025 - Trasferimento Tecnologico, valorizzazione delle conoscenze e impaTTO SOCIale

L’Annual Conference 2025 ha rappresentato un momento di riflessione collettiva sull’impatto della ricerca e sul ruolo strategico che Università, Enti di Ricerca, Imprese e Istituzioni sono chiamati a svolgere per trasformare la conoscenza in valore per la società.
Ricerca come Bene Pubblico e Sfide del Sistema
Dalle sessioni è emersa con chiarezza la centralità della ricerca come bene pubblico strategico, non solo luogo di formazione e produzione scientifica, ma anche motore di sviluppo culturale, sociale ed economico. Per rafforzarne l’impatto occorre continuare a puntare sulla ricerca interdisciplinare, sul dialogo con i territori e con le imprese, sulla capacità di attrarre finanziamenti e sulla costruzione di ecosistemi di innovazione sempre più integrati.
Sul fronte delle politiche e delle riforme, si registra una crescita significativa delle domande di brevetto e delle collaborazioni internazionali, ma le criticità legate a burocrazia, competenze manageriali e frammentazione territoriale restano sfide aperte. La semplificazione normativa, l’adozione di KPI condivisi, la formazione su proprietà intellettuale e imprenditorialità accademica e la costruzione di una governance stabile sono indicati come passi necessari per garantire continuità e scalabilità alle iniziative.
Misurare l’Impatto, Potenziare le Competenze, Valorizzare le Infrastrutture
Un altro tema cruciale ha riguardato la misurazione dell’impatto. È stato ribadito che non bastano indicatori quantitativi: servono strumenti integrati che includano anche valutazioni qualitative e che considerino il processo in modo dinamico, ex ante, in itinere ed ex post. La comunicazione gioca qui un ruolo decisivo, non solo come strumento di diffusione dei risultati, ma come leva strategica per rafforzare il legame tra ricerca, cittadini e comunità.
Ampia discussione è stata dedicata al capitale umano e alle competenze, riconoscendo che quelle trasversali – come comunicazione, leadership, negoziazione – sono sempre più determinanti nel knowledge transfer. È necessario sviluppare percorsi formativi più ampi e inclusivi, capaci di connettere università, imprese e istituzioni in una logica collaborativa.
Le infrastrutture di ricerca sono state identificate come un pilastro della competitività, ma richiedono modelli di gestione e promozione condivisi, protocolli di utilizzo più solidi e una cooperazione internazionale strutturata per dimostrarne l’impatto nel lungo periodo. Allo stesso modo, nel campo della ricerca clinica e pre-clinica, è emersa l’urgenza di rafforzare il dialogo tra ricercatori e regolatori, valorizzando il ruolo attivo dei pazienti e promuovendo nuove competenze in data science, intelligenza artificiale e biotecnologie.
Technology Transfer, Investimenti e Visione di Lungo Periodo
La Proprietà Intellettuale è leva strategica fondamentale per il trasferimento tecnologico e per la reputazione degli Atenei. Strategie di licensing più flessibili, governance chiara e professionalizzazione dei TTO sono strumenti essenziali per generare valore economico, sociale e scientifico.
Accanto ai tradizionali protagonisti, stanno assumendo un ruolo crescente i nuovi attori della filiera del technology transfer: start-up, venture capital, corporate, fondazioni. Questi portano risorse e competenze, ma richiedono regole condivise, modelli di governance integrati e un impegno deciso sulla comunicazione e sulla creazione di consapevolezza.
Le sessioni dedicate a spin-off e imprenditorialità accademica hanno inoltre mostrato come sia necessario un cambiamento culturale dei ricercatori verso il mindset imprenditoriale, con il supporto di servizi TTO potenziati, formazione in business e finanza, mentoring e partnership industriali basate su KPI chiari e condivisi.
Trasformare l’Impatto in Valore Concreto
Infine, il dialogo con investitori e attori finanziari ha evidenziato che la trasformazione della ricerca in valore sostenibile richiede strumenti finanziari adeguati al rischio, modelli di valutazione più evoluti e una convergenza tra capitale pubblico e privato, anche in una logica di capitali pazienti. L’impatto non deve restare solo un concetto narrativo, ma diventare una variabile concreta di attrazione di investimenti, collegata a criteri ESG e a metriche trasparenti.
Per concludere, l’Annual Conference 2025 ha sottolineato un punto essenziale: l’impatto della ricerca non è più misurabile soltanto in termini scientifici, ma deve tradursi in valore economico, sociale, culturale e ambientale. Per raggiungere questo obiettivo serve un impegno condiviso per costruire ecosistemi integrati, collaborativi e sostenibili, nei quali università, imprese, investitori, istituzioni e cittadini lavorino insieme, con strumenti chiari, competenze adeguate e una governance orientata al lungo periodo.
Netval continua a credere fermamente che la ricerca debba generare un impatto reale sulla società, valorizzando le conoscenze e trasformando le idee in innovazione e nuove prospettive per il Paese, con spirito collaborativo e favorendo il dialogo e la sinergia tra gli attori del Sistema Paese.
In quest’ottica, l’Associazione continua a perseguire la sua missione con la forza di una comunità consolidata e in continua evoluzione, fatta di persone, enti e azioni che, intrecciando competenze e visioni, si impegnano per rendere tangibile il valore della collaborazione, con l’obiettivo di trasformare la ricerca in un motore concreto di crescita, innovazione e impatto sociale per il Paese.
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