Netval è l’associazione che raggruppa la stragrande maggioranza dei manager del trasferimento tecnologico delle università e degli enti di ricerca italiani. Un team coeso di professionisti che frequento da anni, da cui ho imparato tanto e di cui ammiro la tenacia e le competenze. Nel corso dell’ultima assemblea, Netval ha gestito l’alternanza tra il Direttivo uscente e quello che invece andrà ad accompagnare le attività dell’associazione per il prossimo triennio.
Per raccontare ai lettori di Fuoriclasse questa transizione ho pensato ad un’intervista doppia tra il Presidente uscente: Andrea Piccaluga e il Presidente entrante: Giuseppe Conti.
Si tratta di due persone che a Netval hanno dato tanto, in ruoli diversi, già dagli inizi. Entrambi hanno vissuto, insieme a Riccardo Pietrabissa, primo Presidente, tutte le fasi di concezione e sviluppo dell’Associazione. Li ho coinvolti in questo dialogo per spiegare il presente e il futuro di Netval.
Seguendo la tradizione dell’intervista doppia, Conti e Piccaluga non hanno interagito tra loro nel rispondere a queste domande e leggono anche loro qui, come i follower di Fuoriclasse, per la prima volta, il risultato di questo esercizio.
Per chi non conosce Netval quella che segue è un’introduzione ai valori, le idee e le esperienze di questa realtà. Per chi, come me, ha bazzicato questa comunità si tratta di un’emozionante confronto animato dagli spiriti del passato del presente e del futuro di quella che vi consegno come una bella storia di Natale.
Presidente, come sei arrivato a Netval e perché dal tuo punto di vista, ad un certo punto, si è arrivati, come Paese, ad avere bisogno di Netval?
Andrea Piccaluga (PICCA). Nel 2001, Giuseppe Conti e Riccardo Pietrabissa erano i responsabili dell’Ufficio di Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Milano. Erano molto attivi in quel campo e si rendevano conto che in Italia eravamo ancora alle prime armi sui temi della valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica. Giuseppe notò un libro che avevo scritto su quell’argomento[1] e mi invitò ad una riunione alla quale parteciparono una dozzina di persone da tutta Italia, sia docenti che amministrativi. Fu lì che ci convincemmo che c’era bisogno di creare una rete nazionale per condividere esperienze e soluzioni sul trasferimento tecnologico università-industria.
Giuseppe Conti (BEPPE). Ci siamo arrivati insieme, Andrea, io e altre persone. Siamo nel lontano inverno del 2001, a valle della modifica della legge sui diritti delle invenzioni dei ricercatori pubblici, a valle dell’introduzione del professor priviledge, le poche università che stavano mettendo in piedi i primi Uffici di Trasferimento Tecnologico si sono chieste: “Perché questa modifica?” La risposta fu: Non c’è una strategia e voce unica sul trasferimento tecnologico…
Questa rappresentò la scintilla per la nascita di Netval. All’inizio… 5-6 università carbonare, poi 27 Rettori uniti in un protocollo di intenti, e infine nel 2007 l’associazione riconosciuta.
Per certi versi professionalmente sono nato e cresciuto con Netval.
Netval ha raggiunto tanti risultati in questi anni.
Quale in estrema sintesi quello di cui andare più fieri?
BEPPE. La creazione di una comunità di professionisti, nuove figure, ad oggi oltre 400 persone, con competenze verticali e specialistiche ma anche capacità relazionali per parlare con diversi stakeholders.
PICCA. Netval è diventata nel tempo una grande comunità che riesce a tenere insieme cose apparentemente in contrasto tra loro. Le persone che ne fanno parte lavorano con rigore e serietà, ma allo stesso tempo si divertono con le cose semplici e genuine legate al piacere di stare insieme. Inoltre, questi manager lavorano con il desiderio di fare bene per la propria organizzazione, ma con spirito di collaborazione e condivisione. La voglia di contribuire alla crescita del Paese prevale nettamente sui “campanili” e sull’individualismo.
Bene le origini, bene la creazione di una comunità coesa e collaborativa. Ma ora? Che bisogno c’è di Netval in un contesto in cui il dibattito su innovazione e trasferimento tecnologico è così diffuso
PICCA. Abbiamo iniziato che si parlava solo di trasferimento tecnologico, in seguito si è iniziato a parlare di trasferimento di conoscenza, poi di impatto e di terza missione. A monte di tutto ciò ci sono investimenti pubblici in ricerca, a valle c’è la competitività delle imprese. Si tratta di temi molto importanti sui quali sentiamo una forte responsabilità. Sono anche temi complessi sui quali dobbiamo ragionare insieme, rimanere in contatto con le migliori esperienze internazionali ed ogni tanto mettere anche in discussione le cose che noi stessi stiamo facendo. Tutto ciò è possibile solo attraverso un’associazione alla quale partecipino tutti gli attori in gioco.
BEPPE. C’è bisogno di Netval per esprimere una voce unica e di sintesi di tutti i contributi del sistema. Questa voce deve dare indirizzi di policy e deve sostenere o incoraggiare interventi normativi e finanziari.
C’è bisogno di Netval perché per essere competitivi ed efficaci a livello internazionale serve anche massa critica di tecnologie, IP, contatti e relazioni.
C’è bisogno di Netval perché stiamo definendo e testando nuovi processi, organizzazioni e professionalità e serve un confronto sano e costruttivo per disegnare soluzioni efficienti ed efficaci.
Oggi Netval sta vivendo un momento di forte espansione, grande riconoscimento istituzionale e supporto da tutti i soci che crescono nella quantità ed eterogeneità.
Stiamo vivendo un passaggio di testimone importante. Cosa vi auspicate avvenga nel corso della prossima Presidenza?
PICCA. Il Consiglio Direttivo che ha appena iniziato a lavorare dovrà da una parte continuare su progetti avviati da quello precedente e poi introdurre nuove attività. Abbiamo un nuovo presidente che è un grande lavoratore, molto preciso e razionale, ma allo stesso tempo dotato di vision e passione per il proprio lavoro. Un manager, un vero civil servant, con esperienze importanti in Italia ed una grande conoscenza degli scenari internazionali. Abbiamo anche un Consiglio Direttivo in cui le donne sono ora la maggioranza.
BEPPE. Stiamo settando nuovi obiettivi. Da un lato vogliamo dare continuità alle attività di valore aggiunto per i soci, quali la formazione professionale e lo sviluppo di relazioni internazionali. Vogliamo consolidare progetti specifici come la presenza di Netval e della IP italiana all’Expo 2020 di Dubai. Inoltre, è il momento di lavorare su nuove iniziative e posizionamenti. Vogliamo ad esempio creare un comitato scientifico, un osservatorio che lavori sui dati quantitativi raccolti negli anni da Netval, ma non solo, per elaborare con diverse prospettive cross-disciplinari le nostre attività e risultati e far emergere una convinzione personale sull’impatto di quello che stiamo facendo, andando anche oltre ai dati quantitativi.
per BEPPE Il principale pregio/difetto del Presidente uscente?
Per PICCA il principale pregio difetto del Presidente entrante.
BEPPE. facile trovare dei meriti e pregi: competente, appassionato, istituzionale e soprattutto grande capacità relazionale e di fare teamworking.. insuperabile in questo!!
Difficile trovare difetti.. forse caparbio al limite del testardo… come il fatto di voler portare in economico patrimoniale la contabilità di netval sono nel 2020 :-)))
PICCA. Dal punto di vista tecnico, Giuseppe Conti è un manager della ricerca veramente competente. Capisce le tecnologie, sa di management ed è molto preparato anche dal punto di vista giuridico. Sa gestire situazioni complesse ed è un grandissimo lavoratore. È una persona di cui ti puoi fidare, sincera, trasparente, appassionata del proprio lavoro e che riconosce il contributo e il valore delle persone che stanno intorno a lui. Se proprio devo trovargli un difetto … qualche volta è un po’ troppo ingegnere!
Come pensi che l’altro abbia risposto alla domanda precedente
BEPPE. ricordo con affetto il suo appellativo nei miei confronti: ingegnere rinascimentale..
penso che come pregio abbia detto che se ho un obiettivo, difficilmente rinuncio e molto probabilmente raggiungo il risultato.
Sui difetti penso al contraltare di cui sopra.. vado troppo dritto e rischio di essere poco relazionale…
PICCA. Può darsi che di me Giuseppe abbia detto che sono creativo, entusiasta e che ho un po’ di vision. Che ho creduto molto in Netval. Magari ha anche detto che ogni tanto rimango indietro con le mail e mi perdo qualche pezzo!
La cosa più bella che avete fatto come Netval insieme.
PICCA. Difficile individuare una cosa sola. Forse le tante, l’idea delle nostra Summer School, forse l’intensa collaborazione con UIBM-MISE, ecc. Ma a pensarci meglio la cosa migliore che abbiamo fatto – e non la abbiamo fatta certo da soli – è stata quella di dare uno stile a Netval, riuscendo a coinvolgere tante istituzioni e tante persone con caratteristiche diverse, che però si sentono “netvaliani”, per dare insieme un contributo al nostro Paese.
Con Giuseppe siamo sempre stati super-allineati su questo obiettivo.
CONTI. Questa è la domanda più difficile.. ne abbiamo fatte tante e di fatto è la quotidianità delle singole attività portate avanti sempre in allineamento di visione.
…su singole cose: forse la prima missione insieme in Israele da cui poi è nato lo statement dei 10 punti di Netval.
Penultima Domanda ad entrambi: Cosa augurate a Netval per Natale?
BEPPE. Auguro di mantenere lo stesso livello di contribuzione, relazione e ingaggio delle persone della nostra comunità che, sottolineo, sono diverse! Forse Netval è l’unico esempio, quanto meno in Italia, dove ricercatori e docenti lavorano gomito a gomito con tecnici amministrativi con ricchezza di contributi impagabile.
PICCA. Una lieta sorpresa degli ultimi anni è stata la proficua collaborazione tra Netval ed alcuni Ministeri. Una collaborazione basata su relazioni interpersonali trasparenti ed efficaci, ma anche sulla consapevolezza delle complementarietà esistenti tra le istituzioni, vissuta concretamente, senza sensazionalismi e protagonismi. Speriamo che Babbo Natale sia generoso nel portare questo spirito in dono a più gente possibile nel nostro Paese.
SOLO PER PICCA: fai il nonno saggio! Si parla molto di impatto. Come credi che debba essere valutato l’impatto di Netval e come past President ti senti soddisfatto? Obiettivo raggiunto?
PICCA. Effettivamente si parla molto di impatto delle università e della ricerca in generale. Siamo partiti dal trasferimento tecnologico e da tempo abbiamo seguito l’evoluzione verso l’impatto e la terza missione. Penso che la prossima presidenza si occuperà molto di questo tema e anche di student entrepreneurship. Credo che ci sarà anche del bel lavoro da fare con gli ospedali in generale e con gli IRCCS in particolare.
SOLO PER CONTI: Presidente Conti… Cosa auguri ai soci Netval per Natale?
CONTI. Auguro loro di avere sempre rettori, presidenti, direttori illuminati che diano continuità di azione nelle attività e organizzazioni per la valorizzazione dei risultati della ricerca.
di Alberto Di Minin